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L’irruenza che dialoga con la quiete: il “Dormiente” di Mimmo Paladino al Giardino di Boboli

La potenza del Nettuno del Lorenzi in dialogo con la calma apparente del Dormiente di Paladino, simbolo della natura umana, dal principio alla fine.

Il Giardino di Boboli è il parco storico di Firenze, conosciuto in tutto il mondo per la sua sontuosità e bellezza. Nato come giardino granducale di Palazzo Pitti e connesso anche al Forte Belvedere, è un vero e proprio museo all’aperto con sculture di grande pregio, datate dall’epoca romana al secolo scorso. Incamminandosi sull’asse principale del giardino, che sale su per il colle di Boboli, e superando il grande anfiteatro romano a forma di ferro di cavallo, si giunge al bacino del Nettuno, in cui vengono raccolte le acque che irrigano l’intero giardino, dominato dalla statua bronzea del dio marino, una sontuosa scultura realizzata nel 1571 da Stoldo Lorenzi.

Ed è proprio questo bacino a “colorarsi” di contemporaneità grazie alla scultura in oro di Mimmo Paladino, adagiata sull’acqua, nell’atto del riposo, in una posizione fetale. Una figura solitaria privata di ogni connotazione identitaria che vuole simboleggiare la natura umana, in uno stato di quiete, in un equilibrio di vicinanza tanto alla vita quanto alla morte. Il Dormiente si lascia quasi abbracciare dall’acqua, in un sogno beato e profondo che ricorda l’involucro protettivo del grembo materno, ma anche la calma apparente che precede il deperimento fisico e il riavvicinamento dell’anima alla natura, all’essenziale.

Un’installazione site-specific che, messa a confronto con la forza e l’irruenza del Nettuno intento a colpire con il suo tridente, invita il visitatore a riflettere sui molteplici aspetti della natura umana, da sempre impegnata in un continuo conflitto tra quiete e caos.

Il ciclo dei “Dormienti” di Mimmo Paladino è nato nella Roundhouse di Londra nel 1999 e nel corso degli anni è stato esposto in diversi musei italiani ed internazionali. La scelta di collocare le sculture in acqua era già stata fatta precedentemente presso la Galleria Comunale di Cagliari e nella Villa Fiorentino di Sorrento con l’obiettivo di rafforzare il significato simbolico di queste figure.

In occasione di Ytalia il ciclo trova spazio nel Giardino di Boboli, in una particolare versione in oro, e al Museo Marino Marini, all’interno della cripta di San Pancrazio, in cui le sculture in terracotta sono accompagnate da un brano polifonico nato dalla collaborazione tra l’artista transavanguardista e Brian Eno (ascolta la composizione su youtube).

 

Tutte le info sul Giardino di Boboli sul sito di YTALIA