/ BLOG

Undici panchine: per fermarsi a condividere pensieri, per incontrarsi, per scrutare l’orizzonte.

Sul lato ovest del Forte di Belvedere, sul prato, undici panchine in marmo sono disposte in cerchio. Sembrano aspettare qualcuno, invitano a sedersi, a incontrarsi.

 

Sono le Undici panchine  di Domenico Bianchi, ovvero undici opere Senza titolo realizzate dall’artista laziale nel corso degli anni, che per la prima volta sono state riunite e presentate tutte assieme. Le panchine di Bianchi sono state esposte in musei e collezioni private, a volte in spazi interni a volte all’aperto (ad esempio al Museo MADRE di Napoli, o a Villa Lysis a Capri).

Le panchine sono legate all’idea di contemplazione, ciascuna definisce uno spazio di visione e delinea un orizzonte preciso. Così le descrive Helga Marsala nel catalogo di YTALIA (Forma Edizioni): “sculture-sedute come trampolini concettuali, da cui esercitare lo sguardo all’orizzonte, in cerca, in direzione del cielo.”
Al Forte di Belvedere le panchine per la prima volta sono allestite rivolte l’una verso l’altra: dalla contemplazione si passa a una sorta di invito al dialogo e all’incontro, una platea scenica che pone le persone l’una verso l’altra. E non è solo una metafora, perché sulle panchine ci si può sedere realmente. Siamo noi anzi i primi a proporvelo, con il ciclo di incontri la parola agli artisti!

 

Le panchine sono realizzate con vari tipi di marmo (marmo bianco di Carrara, marmo bardiglio, marmo rosa, marmo cardoso). Domenico Bianchi da sempre pone particolare attenzione ai materiali, in particolare a quelli dotati di una luminosità intrinseca. Il marmo inoltre è un materiale che fa parte della statuaria classica, ma anche dell’architettura urbana.

Però oltre al marmo le panchine sono impreziosite da intarsi e lapislazzuli: geometrie astratte e armoniche, cerchi che si evolvono in sfere, segni curvi che suggeriscono uno spazio in movimento, una dimensione cosmica, in cui la creazione suggerisce una vastità infinita e continua di immagini. Si tratta di un tema sicuramente caro a Bianchi, assieme a quello della luce e della contemplazione. Questi motivi tornano infatti in tutte le sue opere in mostra durante YTALIA.

 

Un’ultima cosa: su alcune delle panchine, avrete notato, compaiono degli oggetti scolpiti. Un impermeabile, una giacca. Sembra che qualcuno li abbia scordati lì. Quelle stoffe scolpite nel marmo sono a tutti gli effetti simbolo di uomini e donne in transito, di idee e suggestioni, di riflessioni…
Capita a tutti di sedersi per pensare, di fermarsi a riflettere, e poi di alzarsi e “lasciare lì un pensiero”, no?