Antony Gormley HUMAN
al 27 Settembre 15
Curata da Sergio Risaliti e Arabella Natalini, Human vede riunite più di cento opere di Gormley nelle sale interne della palazzina, sui bastioni, sulle scalinate e le terrazze, occupando ogni lato della fortezza cinquecentesca con le sue straordinarie viste sulla città e le colline circostanti. Tra le opere in mostra l’importante installazione Critical Mass,un “anti-monumento che evoca tutte le vittime del XX secolo”. L’opera fu ideata originariamente nel 1995, per un vecchio deposito di tram a Vienna, per “attivare l’intero edificio e farne un punto di riflessione su un momento buio della storia della Germania”. Visibile sulla terrazza inferiore del Forte, Critical Mass, acquisisce una nuova forza nel confronto con la città rinascimentale, la storia dell’umanesimo e la continua e onnipresente relazione tra denaro e potere militare.
Gormley afferma:
“Sul terrazzo più basso del Forte le 12 figure sono installate in senso lineare e progressivo dalla posizione fetale a quella per osservare le stelle richiamando l’ “ascesa dell’uomo”. All’estremo opposto, occidentale, del terrazzo più basso si trova un ammasso confuso degli stessi corpi. Qui oggetti industriali in ferro sembrano abbandonati, ognuno dieci volte la densità relativa di un corpo umano vivente, riflette la zona d’ombra che inevitabilmente accompagna ogni concetto del progresso umano, mettendo lo spettatore davanti ad un’immagine evocativa del conflitto del secolo scorso. Questa dialettica tra desiderio e inettitudine è la tensione che sottende in modo capillare tutta la mostra.”
Le figure più naturalistiche di Critical Mass, derivate da modelli presi direttamente dal corpo dell’artista, sono in dialogo con le recenti opere conosciute comeBlockworks, che restituiscono l’anatomia umana attraverso volumi architettonici mentre ogni scultura è posizionata per entrare in risonanza con la struttura del Forte.
Come afferma l’artista: “Il Forte è un esemplare straordinario di trasformazione: una collina naturale trasformata in manufatto da Ferdinando de’ Medici. Per lungo tempo è stato associato all’arte contemporanea, spesso usato come contesto monumentale per opere monumentali. Piuttosto che inserire altre opere il cui intento è di misurarsi con la spazialità del luogo, ho scelto di esporre opere a misura d’uomo che permettano alla forma e alla sostanza di questa notevole costruzione di esprimersi …”. E ancora: “[…] HUMAN fa aprire il Forte di Belvedere attraverso l’agopuntura scultorea: le opere sono dislocate in modo diffuso e capillare al fine di catalizzare le masse interiori, le costrizioni ed il panorama che si gode da questo luogo. Nel trovare i luoghi adatti a creare questi confronti e allusioni, a creare ostacoli ed occasioni per fermare i visitatori nel loro peregrinare, cerco di incoraggiarli a ripensarsi e di ripensare il modo in cui si misurano con gli spazi che hanno intorno”.
La grande esposizione che vede la ridefinizione della figura umana, trova la sua collocazione “naturale” a Firenze, città nella quale, tra Quattrocento e Cinquecento, artisti come Donatello, Michelangelo, Bandinelli e Cellini si sono dedicati allo studio della rappresentazione dell’uomo “ideale” in rapporto all’architettura. Human rinnova e conferma la determinazione della città a promuovere la cultura contemporanea, cercando una cruciale interazione tra la Firenze del Rinascimento e la città attuale in uno stretto dialogo tra scultura e una nuova concezione dell’ambiente antropico.