Giardino delle Leopoldine

Il Museo Novecento è lieto di annunciare l’apertura del Giardino delle Leopoldine, un progetto promosso dal Museo Novecento, volto alla riqualificazione del chiostro rinascimentale dell’edificio attraverso una collaborazione con l’organizzazione ambientale Re:wild e l’artista e land conservator Haley Mellin. Si tratta di un giardino di nuova generazione, il primo del suo genere all’interno di un’istituzione museale.

L’iniziativa mira a trasformare l’area verde dell’antico convento delle Leopoldine in un’oasi di rigenerazione nel cuore del museo, recuperando la funzione originaria dello spazio, un tempo coltivato e vissuto come giardino. I diversi arbusti e alberi, circa 20 specie, sono stati selezionati per la loro natura autoctona o per il forte legame naturalistico e culturale con la Toscana. Questo intervento risponde alle urgenze ambientali e sociali del nostro tempo, in cui l’ecologia e il rispetto per la natura e per i suoi processi evolutivi diventano parte integrante delle pratiche creative e museali contemporanee.

Il progetto nasce dal dialogo tra il Direttore Sergio Risaliti, la curatrice Stefania Rispoli, il team del Museo Novecento, l’architetta del paesaggio Matilde d’Oriano e l’artista Haley Mellin, che inaugurerà una mostra personale al museo a partire dal 24 giugno. Si tratta di un restauro autoctono di un giardino del museo nell’ambito dell’iniziativa “rewilding the museum”.

Il progetto Giardino delle Leopoldine è realizzato in collaborazione con l’organizzazione non-profit Re:wild, co-fondata dal Dr. Wes Sechrest e dal leader ambientale Leonardo DiCaprio. Il partner organizzativo è Art into Acres.

Il “rewilding” è stato progettato nel pieno rispetto della lunga storia dell’edificio e dei suoi diversi utilizzi nel corso del tempo. Il nuovo intervento botanico, che include una varietà di piante e alberi, è concepito nel rispetto della biodiversità per armonizzarsi con le caratteristiche fisiche e ambientali del sito, garantendo al contempo la sostenibilità a lungo termine della naturalità.

Uno degli obiettivi principali del Giardino delle Leopoldine è sensibilizzare il pubblico a questioni legate all’emergenza ecologica, al cambiamento climatico e alle emissioni di carbonio connesse anche alla vita e all’attività del museo offrendo soluzioni basate sulla natura, come la capacità di contribuire a mitigare le alte temperature durante i mesi estivi. Il giardino offrirà una zona più fresca per i visitatori, dove poter godere delle specie autoctone della Toscana e continuare la tradizione del chiostro come spazio di incontro, di meditazione e contemplazione. Il nome del progetto rende omaggio alla lunga storia dell’edificio che, tra il 1780 e il 1974, ospitò le Scuole Leopoldine—una scuola fondata dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I (1747–1792) dedicata all’educazione delle giovani donne cresciute in povertà.

In accompagnamento al progetto, sarà aperta al pubblico anche una mostra che approfondisce le fasi che hanno accompagnato la progettazione e la nascita del giardino. Nel loggiato al piano terra del museo sarà riportata la selezione delle piante presenti nel chiostro che, oltre a facilitarne il riconoscimento all’interno del giardino, ne approfondisce la storia. Un’altra sezione del loggiato presenterà documenti storici (fotografie, copie di erbari, pubblicazioni) selezionati grazie alla collaborazione con l’Accademia dei Georgofili. volti ad approfondire le singole specie. Alberi e arbusti verranno presentati a rotazione e i primi ad essere approfonditi saranno la lavanda e l’alloro.

Unitamente alla mostra, il loggiato ospiterà anche una libreria verde con pubblicazioni per tutte le età messe a disposizione del pubblico per essere lette nel giardino. I visitatori avranno a disposizione anche un kit per cimentarsi nel disegno all’area aperta, nell’intento di vivere il giardino come un luogo in cui sostare e lasciarsi ispirare.

La nascita del Giardino delle Leopoldine è stata resa possibile dalla collaborazione e dalla nascita di una comunità attiva e impegnata nel progetto che potrà crescere nel tempo.

Si ringraziano la sindaca Sara Funaro, la vicesindaca e assessora all’ambiente Paola Galgani, l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini, l’artista Haley Mellin, i fondatori della fondazione Re:wild Dr. Wes Sechrest e Leonardo DiCaprio, l’architetta Matilde d’Oriano, il presidente dell’Accademia del Georgofili Massimo Vicenzini, la direttrice tecnica del Sistema Museale di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze Lucilla Conigliello, il Consorzio Sinergia Vede e in particolare Lapo Leoncini, Federico Brenzini, Clara Casucci, Daniele Chiarelli, Alessandro Dal Moro, Michele Dal Moro e Saul Petreni, il Centro Lombricoltura Toscano (CTL), Mati Piante 1909, Giuseppe Sarti, Claudio Fantappiè, Giulio Ferretti, Cristina Giachi, Padre Bernardo Gianni, Jenny Kendler, Francesco Mati, Lindsay Renik Mayer, Robert Mellin,Gary Moroni, Elise van Middelem, Dr. Robin Moore, Dario Nardella, Chiara Nepi, Giampiero Pesenti, Roberto Pesenti, Giulia Torta.