“A sugo d’erbe e terra verde”: così descriveva il frate domenicano Vincenzo Borghigiani la tecnica d’esecuzione delle Storie della Genesi, dipinte in Santa Maria Novella nella prima metà del Quattrocento da Paolo Uccello e da altri maestri fiorentini. Si tratta in effetti di affascinanti capolavori del Rinascimento, che sarà possibile osservare in forma ravvicinata durante la visita, per poi esplorarne la tecnica nell’attività artistica: ogni partecipante rea-lizzerà i propri colori con tecniche antiche, utilizzando pigmenti e collanti naturali, dipin-gendo poi un piccolo lavoro da portare via con sé.
Progetto realizzato in collaborazione con Ministero dell’Interno-Fondo Edifici di Culto, Opera per Santa Maria Novella e Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.
Vai alla prenotazione online per le scuole fiorentine di Chiavi della Città
Oggi Palazzo Vecchio è un museo, ma nel Cinquecento era la residenza del duca Cosimo I de Medici, di sua moglie Eleonora de Toledo e dei loro undici figli. Attraversando le sale del museo i visitatori potranno ammirare lo splendore della reggia, immaginare i sontuosi banchetti nella Sala Grande, i terrazzi fioriti come giardini e immergersi nelle vita quotidiana dei piccoli principi.
“Firenze deve il suo nome all’origine che avrebbe avuto la colonia romana di Florentia, fondata su una vivace distesa fiorita lungo il fiume Arno. Non è facile stabilire se si tratti di verità storica o mitica, così come non è facile definire quale sia il fiore che simboleggia la città dalla sua nascita: un giglio, un iris, un giaggiolo? Il racconto si svolge tra i fiori per portare i bambini a riappropriarsi del simbolo della città, molto visto ma poco osservato, e comprendere come Firenze sia proprio come un fiore, da custodire e da tenere con cura.
Palazzo Vecchio è il cuore di Firenze, simbolo della città dal Medioevo a oggi. Nato nel 1299 come sede del governo cittadino, l’edificio conosce un’età dell’oro nel momento in cui la famiglia Medici vi porta la propria residenza, trasformandolo in una vera reggia, e si presenta tuttora come un luogo di straordinaria ricchezza. La visita permette di apprezzarne il ricco programma decorativo e i capolavori, per accedere infine – tramite un passaggio segreto – al meraviglioso Camerino di Bianca Cappello, seconda moglie del Granduca Francesco I de’ Medici. Guarda il video.
Il duca Cosimo aveva, fra le sue imprese, una particolare predilezione per la tartaruga con la vela, che è infatti onnipresente nelle sale del suo Palazzo. E proprio una piccola tartaruga racconta ai bambini un’antica storia che parla di bambini e di tartarughe, di velocità e di lentezza, di prudenza e di saggezza. Al termine della storia i bambini si cimenteranno in una “caccia alla tartaruga con la vela” negli ambienti di Palazzo Vecchio. Guarda il video.
Grazie a
È difficile immaginare che in un palazzo di pietra la Natura possa avere un ampio spazio. Eppure, in Palazzo Vecchio la Natura è decisamente presente, voluta da un Duca e da una Duchessa che avevano un grande amore per la terra, la caccia, la pesca, i cavalli e i giardini. Ecco una favola che – anche grazie alla magia dei profumi – saprà restituire il ricordo e, quindi, la vita alla meravigliosa natura dipinta nelle sale del Palazzo. Guarda il video.
Grazie a
“Di tutti gli altri modi che i pittori faccino, il dipingere in muro è il più maestrevole e bello”. Così Giorgio Vasari presenta la tecnica dell’affresco, considerata fra le più difficili poiché non consente ripensamenti e richiede una perfetta conoscenza dei materiali e dei pigmenti. L’atelier consente di cimentarsi con le diverse fasi di esecuzione di un piccolo affresco, che al termine dell’attività i partecipanti potranno portare via con sé. Guarda il video.
Grazie a
La visita consente di avvicinarsi all’arte del Novecento, con un’attenzione specifica all’Italia e a Firenze: in questo senso, un focus particolare è dedicato alla preziosa Raccolta Alberto Della Ragione – che include grandi capolavori artistici e che permette di leggere sottotraccia i principali avvenimenti storici degli anni tra le due guerre – e al lascito del grande pittore fiorentino Ottone Rosai. Oltre alla collezione permanente, le diverse mostre temporanee e i progetti speciali permettono di addentrarsi nelle molteplicità delle arti del XX e del XXI secolo, caratterizzate dalla pluralità di linguaggi, di temi e di ricerche.