Il Museo Novecento di Firenze ospita la donazione “Alberto Della Ragione”, collezione di opere d’arte dei più grandi artisti italiani della prima metà dello scorso secolo, appartenuta al grande mecenate e collezionista d’arte e donata a Firenze all’indomani dell’alluvione del 1966. Una narrazione fantastica, come una vera fiaba, introduce la figura di Alberto Della Ragione e di alcuni “personaggi” che popolano le opere del Museo. I bambini verranno poi coinvolti in una visita animata alla ricerca degli elementi della storia, accompagnati da stimoli sonori, tattili e olfattivi.
Entrando in Santa Maria Novella è impossibile non essere attratti dall’arcobaleno luminoso sprigionato dalle ampie vetrate. Realizzate per narrare con la forza e la bellezza delle immagini, le prime vetrate furono eseguite tra il XIV e il XV secolo: tra queste il grande rosone con l’Incoronazione della Vergine che si apre sulla facciata, attribuito ad Andrea di Bonaiuto e la triplice vetrata su disegno di Ghirlandaio nella cappella maggiore. Dopo un percorso in basilica, i partecipanti saranno coinvolti in un atelier d’arte che permetterà di evocare gli effetti di cromie e di luce tipici delle vetrate policrome.
Progetto realizzato in collaborazione con Ministero dell’Interno-Fondo Edifici di Culto, Opera per Santa Maria Novella e Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.
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Il complesso delle Murate è un luogo denso di memoria che attraversa i secoli, dal Quattrocento a oggi: da convento femminile a carcere cittadino a centro di arte contemporanea. L’attività è articolata in due appuntamenti: il primo incontro prende avvio dalla visita del Carcere Duro, la zona detentiva più severa, per approfondire nello specifico il difficile periodo che visse Firenze durante il fascismo, conoscere i protagonisti di quella fase storica e le loro storie fatte di luci ed ombre. Il secondo incontro coinvolge i partecipanti in un laboratorio performativo-multimediale che permette l’elaborazione dei temi affrontati utilizzando i linguaggi della contemporaneità.
Progetto realizzato in collaborazione con Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’età contemporanea.
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“A sugo d’erbe e terra verde”: così descriveva il frate domenicano Vincenzo Borghigiani la tecnica d’esecuzione delle Storie della Genesi, dipinte in Santa Maria Novella nella prima metà del Quattrocento da Paolo Uccello e da altri maestri fiorentini. Si tratta in effetti di affascinanti capolavori del Rinascimento, che sarà possibile osservare in forma ravvicinata durante la visita, per poi esplorarne la tecnica nell’attività artistica: ogni partecipante rea-lizzerà i propri colori con tecniche antiche, utilizzando pigmenti e collanti naturali, dipin-gendo poi un piccolo lavoro da portare via con sé.
Progetto realizzato in collaborazione con Ministero dell’Interno-Fondo Edifici di Culto, Opera per Santa Maria Novella e Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.
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La visita consente di avvicinarsi all’arte del Novecento, con un’attenzione specifica all’Italia e a Firenze: in questo senso, un focus particolare è dedicato alla preziosa Raccolta Alberto Della Ragione – che include grandi capolavori artistici e che permette di leggere sottotraccia i principali avvenimenti storici degli anni tra le due guerre – e al lascito del grande pittore fiorentino Ottone Rosai. Oltre alla collezione permanente, le diverse mostre temporanee e i progetti speciali permettono di addentrarsi nelle molteplicità delle arti del XX e del XXI secolo, caratterizzate dalla pluralità di linguaggi, di temi e di ricerche.
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Il convento di Santa Maria del Carmine racchiude un vero e proprio tesoro dell’arte rinascimentale: la cappella voluta da Felice Brancacci e dipinta dai grandi maestri Masolino, Masaccio e Filippino Lippi. La proposta consentirà di leggere le diverse scene delle storie di San Pietro centrando l’attenzione sulle novità stilistiche e costruttive introdotte dal giovane Tommaso, chiamato Masaccio per sua “straccurataggine” – come scrive Vasari – ma divenuto universalmente noto per la portata rivoluzionaria della sua arte.
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In una città come Firenze, tanto pervasa dalla bellezza e dall’arte da essere dichiarata nel 1982 dall’UNESCO Patrimonio mondiale, il tema della conoscenza, della protezione e della sostenibilità del Patrimonio è evidente e attuale come in pochi altri luoghi al mondo. Le nuove generazioni, sempre più coinvolte e sensibili ai temi civici e sociali, sono anelli fondamentali per la trasmissione di nuove strategie di condivisione e protezione di un patrimonio culturale che si sostanzia di monumenti e opere d’arte ma anche di valori e buone pratiche. Il laboratorio, che ha come base Palazzo Vecchio, cuore civico della città, porterà i bambini a scoprire e definire il loro ruolo di Eroi del Patrimonio, depositari e promotori di un bagaglio di storia tangibile e intangibile, chiamandoli ad attivare i propri “poteri speciali” per proteggere un’eredità che è di tutti noi e garantire una fruizione della città sensibile e sostenibile.
Progetto realizzato in collaborazione con Ufficio UNESCO.
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Se fossimo giunti all’ingresso del palazzo di via Mozzi tra fine Ottocento e inizio Novecento, ad accoglierci avremmo trovato l’antiquario Stefano Bardini, pronto ad accompagnarci in visita nel suo esclusivo negozio e ad affascinarci con i suoi incredibili capolavori. Capolavori di ogni genere artistico, acquisiti grazie al suo occhio esperto nel vivace mercato del tempo ed esposti alla vendita secondo un gusto decisamente suggestivo, fra pareti blu, giochi di pieni e di vuoti, luci evocative. Meta dei più importanti collezionisti e direttori dei musei del mondo, questo straordinario luogo e le sue collezioni vennero lasciati alla Città di Firenze alla sua morte, nel 1922, diventando patrimonio civico. Per il tempo di una visita i partecipanti potranno respirare la stessa atmosfera elegante dell’epoca Bardini e rivivere l’incanto che l’arte generava negli occhi suoi e dei suoi ospiti, immergendosi in una esperienza dell’arte che intreccia gusto, senso estetico, capacità di analisi.
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