5 curiosità sulla mostra “Luca Giordano. Maestro Barocco a Firenze”
L’affresco della parete nord racconta vicende di violenza e di ferinità. Partendo da sinistra, la Morte e Caronte alle prese con tre anime a cui quest’ultimo vorrebbe impedire di salire in barca, lasciandole insepolte: un evento che le figure intorno alla scena osservano atterrite. Poco dopo è la punizione dei giganti dannati di Tantalo, Issione, Tizio, Sisifo che tentarono di scalare l’Olimpo. A destra della barca la fucina di Vulcano, il dio distruttore, con Bronte e Astrape che vi lavorano. Si prosegue con l’ingresso dell’Ade con Cerbero, il cane a tre teste, le tre Furie e Plutone che rapisce Proserpina mentre è intenta a raccogliere fiori, affiancata dalle sue compagne; ai lati si trovano i tre giudici dell’Ade, mentre in aria volteggiano le arpie; in alto la Notte e il Sonno. A questo punto un albero segna una cesura, che prelude alla civiltà e all’elevazione della natura umana, qui simboleggiata dai progressi nell’agricoltura: si osservano il semidio Trittolemo con l’aratro, che presiedeva alle operazioni agricole, Vertumno con la vanga, Flora coronata di fiori, Pomona che recide rami secchi da un albero, Zefiro con le ali annaffia alla terra; dietro di loro Cerere con le sue compagne sparge i semi; in alto vola Giunone, protettrice dei matrimoni.
Il lato sud prende avvio ancora da una scena di morte, ovvero la Morte di Adone, il cacciatore amato da Venere e ucciso da Marte trasformatosi in cinghiale, pur assistito da Diana e dalle sue seguaci. Il riscatto della vita si ha su questo lato con la rappresentazione dell’amore, simboleggiato dall’unione di Aci e Galatea sullo sfondo e con particolare rilievo dalle nozze del dio del mare Nettuno con Anfitrite, in primo piano. Queste due figure si avvicinano l’uno verso l’altra con tenerezza: un vero amore che, a differenza di quello rappresentato nella parte opposta, si basa su sentimenti reciproci. Il carro di Nettuno, circondato da divinità marine, semidei e nereidi, domina il centro della parete. All’estrema sinistra il gruppo degli Argonauti ci introduce alla scoperta della navigazione e del commercio; le vele delle loro navi sono spinte dai venti sulla sinistra. Gli dèi ora sono favorevoli all’uomo, come lo е Ercole che assiste Atlante nel reggere il globo. Una nuova atmosfera domina il mondo: in alto Venere e Marte si incontrano con gesti di grande gentilezza. Bacco, rappresentato con il consueto corteggio di baccanti, pantere e fauni, dona all’uomo gioia e pienezza; in primo piano Arpocrate, dio del silenzio, e Momo, dio della maldicenza.
I dipinti esposti in Galleria (appartenenti alla collezione Mahon e a due collezioni private: una rarità poterli ammirare nel loro contesto originario) presentano le scene della volta, pur con alcune significative varianti, che hanno indotto gli studiosi a interrogarsi sulle relazioni fra i due cicli. Essi ci consentono di focalizzare l’attenzione su come l’intero programma decorativo sia specchio della vita di uomini e dei e dell’evoluzione dalla ferinità al benessere, dalla violenza alla civiltà.La narrazione è impostata sui quattro elementi: la terra è evocata dalle divinità tettoniche più antiche, quindi da Plutone e Proserpina, infine dal lavoro dei campi; l’acqua dalle divinità marine, Nettuno e Anfitrite, e dalla navigazione; l’aria dai venti e dalle creature che volteggiano in alto, il fuoco dalla Fucina di Vulcano.
Quattro è, non a caso, un numero ricorrente nella Galleria: gli splendidi specchi dipinti, gli Elementi di cui abbiamo parlato al punto precedente, evocano le stagioni, presenti anche sulla volta insieme al Carro del Sole (cui fa specchio il Carro della Luna), mentre gli angoli segnano la presenza delle Quattro Virtù cardinali. Esse sono i cardini dell’intera narrazione narrazione mitologica e sono presentate in compagnia di virtù e vizi corrispondenti: a sud troviamo la Temperanza, raffigurata con le briglie e con l’orologio e accompagnata da un elefante, e la Fortezza, armata, con asta e scudo, che siede sopra un leone accovacciato su una colonna; a nord si osservano la Prudenza, con l’elmo dorato, lo specchio, la freccia con animale anguiforme e il cervo, e la Giustizia, con i suoi attributi di bilancia e spada, simboli di equità e di potere, e lo struzzo.
Siamo arrivati al centro della volta: qui viene esaltata la famiglia Medici, la casata che aveva conferito il titolo nobiliare ai Riccardi e che aveva venduto loro il palazzo. Qui Giordano adotta il motivo dello scudo presente nella volta della Sala di Marte a Palazzo Pitti, fonte di ispirazione per la Galleria (ne abbiamo parlato qui, al punto 3) e lo enfatizza, sostituendo le sei sfere dell’emblema Medici con altrettanti protagonisti della famiglia. I personaggi sono quindi raffigurati in maniera differente: Cosimo I appare sbiadito perché appartiene a un passato remoto, così come Francesco I, morto nel 1587; in centro appare Ferdinando II, morto nel 1670; sotto di lui Cosimo III, principe regnante, dalle sembianze precise; figurano poi a cavallo, novelli Dioscuri Castore e Polluce, i principi Ferdinando e Giangastone, allora di ventidue e di quattordici anni; a essi spetterà nel futuro il compito di difendere il potere e il governo.