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Novecento Storie | #5

Tempo fa vi abbiamo parlato del progetto Novecento Storie, un percorso che porta l’Arte in numerosi centri diurni e residenze fiorentine per anziani così da renderla più accessibile per le persone non autosufficienti, affette da demenze, Alzheimer e patologie psichiatriche. Da questo percorso nascono delle Storie, quelle che i quadri e le sculture suggeriscono ai partecipanti degli incontri; storie spontanee, semplici ma ricche di suggestioni. Questa è una delle storie che vogliamo condividere con voi…

DUE

Due gatti? No sono due donne. Dove le avrò sognate? Sono molto eleganti nel prendere il caffè. Sicuramente lavorano nell’arte e sono molto religiose. Una delle due sembra proprio concentrata nel rendere il caffè. Guardano lontano, verso il lavoro che hanno fatto, forse sono pittrici e ripensano alla loro Arte.

Una ha il cappello con la veletta, chissà potrebbe essere una nobile.  Una c’ha il visino a bambina, ma ha il vestito da sacerdote e la papalina.

Dietro vedo una montagna con un vulcano che butta fuori ma sembra quasi che siano in un santuario… pregano proprio convinte. Son famose senz’altro, nel loro ambiente artistico ci si conosce con più facilità. Sono contente loro, è un luogo molto frequentato. Quella con la veletta è proprio bella! E ha una bellissima mano, sicuramente è una persona molto  paziente e non ha furia di andare via. Cerca qualcosa dentro la borsa, forse il libro delle preghiere o la corona.

E’ un’immagine chiara, non c’è bisogno di spiegazioni. Perché? Perché c’è tutto…almeno io la vedo così.

 

Il loro riflesso nello specchio sembra quasi un vulcano, un di quelli che abbiamo in Italia. Danno l’impressione di essere due nobildonne francesi. Sono più estrosi di noi i francesi, più eleganti, un’eleganza semplice, senza essere sfarzosa. Sicuramente pensano di rimanere in Italia, ce n’è tanti qui che restano.
Io non ho mai conosciuto Francesi ma in tempo di guerra la mia famiglia ha ospitato due Ebrei. Si son trovati per le scale e mia mamma li ha salvati. Ci siamo scritti per tre anni. La gentilezza e il cuore di quegli Ebrei, noi non l’abbiamo. Vuoi soldi Assunta? Diceva… No, voglio la vostra amicizia, diceva mia mamma. Io volevo la macchina da scrivere per la scuola, ma con tre figli mia mamma non poteva; il signore ebreo ha detto “te la compro io”, dopo tre giorni avevo la macchina da scrivere. Noi non siamo così buoni  e generosi come loro. La fede è in due modi: quando si prega e quando si aiuta chi ha bisogno.

Finito il loro caffè andranno via di lì ma nessuna delle due dirà all’altra dove sarà diretta, sono un po’ misteriose…

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Autori della storia: Franca, Adriana, Renzo, Simonetta, Marion, Michela, Anna
Opera che l’ha ispirata:
Aligi Sassu, “Donne al caffè”, 1942
Museo Novecento, Firenze