5 cose che non sapevi su Santa Maria Novella

Il complesso museale di Santa Maria Novella è uno di quei luoghi magnifici che si potrebbero visitare per decine di volte senza mai annoiarsi.

Fondata come convento ai primi del duecento dai frati dell’ordine domenicano, Santa Maria Novella offre tra i suoi chiostri un’atmosfera particolare, oltre all’incanto dei suoi capolavori. Ogni nuovo sguardo, porta alla scoperta di dettagli, storie e domande.

In attesa che le porte del museo si riaprano al pubblico, vogliamo farvi scoprire qualcuno dei suoi segreti.

1.

I frati di Santa maria Novella appartengono all’ordine dei Domenicani, fondato appunto da San Domenico nel 1216. Il loro nome si prestò subito ad un accorto gioco di parole. Domini…canes infatti in latino significa: “i cani del Signore”. Così, in uno degli affreschi della Sala del Capitolo in Santa Maria Novella, Andrea di Bonaiuto li rappresenta proprio così: cani dal manto bianco e nero – colori della veste dei frati – fedeli a Dio e forti contro il male, che combattono i lupi eretici per salvare le pecorelle indifese e riportarle alla Chiesa, incarnata dal Papa.

2.

Secondo la Legenda Aurea, San Filippo fu costretto a recarsi al tempio di Marte per sacrificare al dio; durante il rito il  diavolo  apparve  alla  base  dell’altare  in  forma  di  drago  uccidendo  con  il  suo  alito pestilenziale il figlio del sacerdote. Filippino Lippi immortalò questa scena nel ciclo affrescato della Cappella Strozzi e Giorgio Vasari ci riporta un aneddoto divertente: uno degli apprendisti di Filippino, in assenza del maestro, ne aveva approfittato per mangiare qualcosa; al ritorno improvviso del Lippi tentò invano di nascondere il pranzo in quel buco nel muro, tanto reale appariva ai suoi occhi l’illusione dipinta dal maestro.

3.

Nelle scene dipinte della Storia di Maria all’interno della Cappella maggiore si nascondono il ritratto e la firma del pittore. Vedete il giovane dal vestito blu e il mantello rosso nella scena della Cacciata di Gioacchino? E’ Domenico Ghirlandaio, a lui e alla sua bottega infatti fu affidata questa imponente opera terminata nel 1490. Ora aguzzate la vista… nella camera dove Anna ha appena dato alla luce la piccola Maria, sottilissime lettere d’oro decorano la spalliera del letto, vi si legge “Domenico Ghirlandaio”

4.

Nel Chiostro grande numerosi affreschi raccontano la storia del fondatore dell’ordine Domingo Guzman. Nella scena della sua morte, avvenuta a Bologna nel 1221, appare però un intruso….il volto dal naso prominente che entra dalla porta è … Girolamo Savonarola, frate domenicano vissuto quasi due secoli più tardi… il pittore lo ha aggiunto in ultimo, forse su richiesta degli stessi frati del convento.

5.

Non ingannatevi, non è il boccino d’oro di Harry Potter. Questa immagine del globo alato si ritrova su alcune lapidi di Santa Maria Novella. Antico simbolo egizio, usato anche dalla Massoneria, indica l’anima resa perfetta (la sfera) che vola verso il cielo…