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5 curiosità su Museo Novecento

Presso l’antico Spedale delle Leopoldine di Piazza Santa Maria Novella, il Museo Novecento di Firenze è dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo. Propone oltre ad una collezione permanente, mostre e cicli espositivi, installazioni e progetti speciali. Però focalizziamo su 5 curiosità che non sapevate sulla collezione permanente del Museo Novecento.
  1. La creazione del museo

Il Museo Novecento è stato inaugurato nel 2014. Però conoscete le sue origini? la collezione di dipinti e sculture di importanti maestri italiani del Novecento è stata donata da Alberto Della Ragione alla città di Firenze nel 1970.  La raccolta Della Ragione è originata dal gusto e dalla cultura di un privato cittadino spinto da una fede monolitica verso le manifestazioni artistiche del suo tempo, rappresentando la storia tra il 1920 e il 1960. Della Ragione si è preso atto della necessità di conservare e valorizzare il patrimonio artistico delle prime e seconde avanguardie del XX secolo. Questa collezione rappresenta il nucleo centrale e la ragion d’essere del Museo Novecento dopo quasi mezzo secolo della sua donazione.

  1. L’arte che prende vita

Avete mai sentito che vari dipinti o statue sembrano vivere? Grazie a delle tecniche artistiche, gli artisti possono farvi immaginare che si anima il soggetto. Uno dei capolavori esposti nel museo è il Nitrito in velocità di Fortunato Depere. Nella tela, sensazioni sonore e visive si incontrano e si scontano attraverso il suono e il movimento, le luci metalliche e la velocità. L’artista trasforma il gruppo del cavallo e cavaliere in una vera e propria macchina volante e crea così un puro dinamismo che prende vita nel dipinto.

  1. Un dipinto oltre la bellezza trasmette un messaggio

Nel Novecento, l’arte non è più solo figurativa e apprezzata per la sua bellezza, l’arte ha altri scopi denunciando ingiustizie, problemi sociali e rappresentando momenti drammatici della storia. Visitando la galleria, potete provare a capire il messaggio e il tema nascosti delle opere. Se osservate il dipinto Fantasia di Mario Mafai, viene da una serie di tavole di piccole dimensioni dedicate al tema della violenza e della guerra. La Fantasia della raccolta di Della Ragione è, nella sua informalità più marcata, magari la più dura, poiché, privata della riconoscibilità di quei girotondi di corpi resi ridicoli dalla rappresentazione satirica, in essa si impone una crudezza allegorica in grado di acuire il senso di disfacimento fisico e, per traslato, morale. Il genio visivo di Mafai si esplica qui in una visione d’inferno, cupa e brumosa.

  1. L’arte che lascia al visitatore immaginare il significato

Il museo presenta delle opere che possono avere un’interpretazione che dipende dalla persona e della sua sensibilità. Le artiste lasciano decidere al pubblico ciò che sente e vede attraverso la tela. Ci sono diverse chiave di lettura che possono aiutarlo a capire il senso. Osservando l’Aeropittura dipinto da Fillìa, a prima vista è un associazioni fantastiche di forme geometriche e piene di mistero che sono apparentemente private di senso. Aeropittura è un invito ad andare altre la realtà delle apparenze per una percezione superiore dell’esistenza, dove le leggi del reale sono sovvertite e stravolte. Secondo Fillìa “l’uomo ha bisogno di staccarsi dalla terra, ha bisogno di sognare, di desiderare eterna felicità, di dimenticare continuamente la realtà quotidiana”. Così, la sua opera ha una funzione anche spirituale. Grazie ai colori, i volumi e l’atmosfera, Fillìa vi aiuta a trovare la vostra interpretazione di Aeropittura.

  1. Un’arte tra ispirazione antica e tecnica moderna

Alberto Della Ragione possedeva nella sua collezione dei dipinti e delle sculture con temi ispirati dell’antico ma create con una tecnica moderna. Prendiamo l’esempio di La finestra coi colombi di Gino Severini. Come potete riconoscere gli elementi che appartengono all’antico? L’immaginario di Severini si popola di riferimenti figurativi alla tradizione classica ripensati secondo un’impaginazione formale che si avvale delle precedenti esperienze dell’avanguardia. In questo dipinto, l’iconografia dei colombi e dell’uva richiama gli antichi mosaici dell’arte romana. In primo piano, il mandolino associato alla tradizione popolare della Commedia dell’arte italiana, lo strumento rimanda qui a significati di ulteriori armonie, secondo una lettura, non priva di accenti esoterici, che trovava nell’ordine matematico il principio primo del cosmo intero. Potete trovare altri riferimenti antichi in altri dipinti della collezione di Della Ragione?

Il Museo Novecento vi aspetta per farvi scoprire altri tesori!

Sarah Barbot