Come si misura la cultura?

Il nostro Ritorno Sociale sull’Investimento: per ogni euro investito in MUS.E vengono generati circa 3 euro.

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In questo anno abbiamo preso una decisione importante: quella di osservare lo SROI della nostra Associazione, cioè analizzare il valore extra-finanziario derivato dalle risorse che abbiamo investito nel corso di questi dodici mesi e lo abbiamo fatto con l’aiuto di due professori dell’ Università di Genova e della Libera Università di Bolzano, il Prof. Giovanni Lombardo della facoltà di Ingegneria Gestionale e la Prof.ssa Federica Viganò della facoltà di Scienze della Comunicazione. L’unica strada possibile per raggiungere lo scopo era quella di tracciare gli effetti sul mondo intorno a noi delle scelte intraprese internamente, in poche parole studiare i nostri impatti economici, sociali e ambientali su terze persone fisiche o giuridiche.

E’ così che ci siamo inevitabilmente avvicinati al dibattito sullo SROI nell’ambito della cultura e appreso che il tema della misurazione degli impatti che essa genera sugli individui e sulla società risale agli anni ‘80. Lo studio di Myerscough, The economic importance of the Arts in Britain del 1988 viene considerato ancora oggi un importante punto di riferimento, da esso hanno avuto inizio gli studi sull’impatto economico del settore artistico e culturale, basandosi su dati e prove empiriche.
Successivamente negli anni ’90, gli studi hanno continuato il loro percorso e  soprattutto in Gran Bretagna e Stati Uniti ci si è focalizzati sull’importanza del fatto che i valori culturali non generano solo impatti economici, ma anche e soprattutto sociali, oltre che naturalmente estetici, spirituali, storici e simbolici.

Venendo al caso dei musei che ci coinvolge in “prima persona”, negli ultimi anni si è assistito ad un ampliamento della portata degli scopi e dei ruoli dei musei nel panorama culturale mondiale, tuttavia tra i loro diversi impatti, quello sociale, rispetto ad esempio all’impatto economico o ambientale, risulta ancora il più ambiguo e difficile da delineare. Dovrebbe, infatti, riferirsi alle conseguenze sociali – educazione, salute, inclusione sociale di fasce deboli, rivitalizzazione urbana – di differenti tipologie d’interventi e azioni a seguito dell’interazione con il museo stesso. Aspetti non semplici da quantificare con parametri puramente numerici.

La cultura quindi si può analizzare quantitativamente, considerando ad esempio  gli ingressi ad un museo e le persone raggiunte, e qualitativamente nel caso in cui si prenda in considerazione la customer satisfaction e il giudizio del pubblico sull’esperienza, sia essa in un museo, una mostra, un teatro e così via. A queste due soluzioni può essere però affiancata una terza, lo SROI appunto, che in senso più ampio ci offre la ricaduta di un intervento culturale sul territorio, in vari settori.

Qual è stato l’esito dell’indagine? Nel nostro caso i mesi di raccolta dati e relativa analisi ci hanno dato la consapevolezza che per un euro investito nell’Associazione ne seguono tre di ricaduta sul territorio. Ad oggi MUS.E in Italia rappresenta uno dei casi unici di misurazione del ritorno sociale degli investimenti, a fronte di altri pochi casi di istituzioni culturali che hanno sviluppato il S-ROI, e che si trovano perlopiù nel Regno Unito.

Per chi volesse approfondire il tema e conoscere più approfonditamente la nostra analisi segnaliamo QUI il nostro annual report con una sezione interamente dedicata.