I nostri luoghi: Museo Stefano Bardini

In città, a pochi metri da Ponte alle Grazie, si nasconde una piccola gemma blu, il museo che deve il suo nome a Stefano Bardini, autorevole antiquario del XIX secolo che alla conclusione della propria attività decise di donare la sua intera collezione al Comune di Firenze.

Un tempo chiesa e convento di San Gregorio della Pace l’edificio venne acquistato e restaurato da Stefano Bardini nel 1881, divenne così un bellissimo palazzo neo-rinascimentale nel quale furono predisposti anche dei laboratori adeguati per restaurare le opere da vendere ai potenziali acquirenti. Il restauro fu realizzato con l’ausilio di timpani, scale e portail originali che tutt’oggi rendono unici gli ambienti del museo; gli stessi, inoltre, furono resi ancora più suggestivi grazie all’utilizzo per le pareti di uno splendido colore blu ispirato alle dimore internazionali della nobiltà, in particolare russa: questo donò al museo uno stile inconfondibile, imitato in tutto il mondo.

Nel 1922 il Comune di Firenze entrò in possesso della collezione, tre anni dopo il Museo Bardini divenne Museo Civico a tutti gli effetti e al patrimonio lasciato dall’antiquario si aggiunsero pezzi provenienti dalle collezioni comunali. L’allestimento rimase solo parzialmente così come lo aveva pensato Bardini, infatti, considerandolo obsoleto e superato, Alfredo Lensi, segretario della Commissione Belle Arti, e il professor Mario Pelagatti, scultore e esperto, presentarono alla città fiorentina una totale ristrutturazione dell’edificio e della collezione, cambiando persino il colore delle pareti. Solo nel 1999 tutto tornò così come lo aveva progettato l’antiquario fondatore: un ricco repertorio di opere d’arte del Rinascimento e di manufatti di arte applicata di alta epoca provenienti da tutte le parti d’Italia, avvolto nel suo profondo blu.

Immersi in questo “blu Bardini” svolgiamo settimanalmente le nostre attività di mediazione per presentare e raccontare il museo alla città. Come è nostro solito dialoghiamo con gli adulti guidandoli in una visita tra le ricche sale ma anche con i più piccoli, con questo intento, infatti, nascono le Piccole Storie di Colori dedicate proprio al colore simbolo del museo: un viaggio alla scoperta delle storie di quel grande libro che è il cielo, le cui costellazioni sono state prima tradotte in miti da poeti e poi in immagini dagli artisti. Sempre i più piccoli potranno visitare l’affascinante armeria del museo guidati da Giovanni delle Bande Nere in persona o trasformarsi improvvisamente in degli esperti d’arte pronti a partecipare ad un’asta per valutare la vendita, il prestito o il restauro di alcuni dei pezzi della collezione.

Tra tutti i luoghi in cui opera la nostra Associazione il Museo Stefano Bardini rimane quello con un’atmosfera assolutamente particolare ed è per questo aspetto distintivo che secondo noi è stato in passato ed è tutt’ora il luogo ideale nel quale ospitare mostre di artisti dallo stile sofisticato ed elegante come ad esempio “Piaceri Sconosciuti” di Glenn Brown lo scorso anno e “Paintings” di John Currin nel 2016. Le sue raffinate sale hanno accompagnato con discrezione i visitatori nella loro visione artistica permettendo di osservarne ogni sfumatura, ogni contraddizione o slancio espressivo.

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