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La “Calamita Cosmica” di Gino de Dominicis al Forte di Belvedere

Lo “scheletrone” di Gino De Dominicis, che dai bastioni del Forte di Belvedere si staglia su Firenze, è senza dubbio l’opera più fotografata di Ytalia. A due settimane dall’inaugurazione della mostra sono già centinaia le foto condivise dai visitatori su Instagram!

Capolavoro della produzione artistica di de Dominicis, l’opera fu presentata per la prima volta al pubblico nel 1990 presso il Museo d’Arte Contemporanea di Grenoble, dopo essere stata realizzata dall’artista nel più assoluto riserbo. Ricomparirà sei anni dopo nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli. Successive esposizioni dell’opera furono realizzate anche ad Ancona, Mole Vanvitelliana (2005), Milano, Palazzo Reale sagrato del Duomo (2007), Parigi, Reggia di Versailles (2007) e Roma al MAXXI (2010). Oggi è conservata presso l’ex Chiesa della SS. Trinità in Annunziata di Foligno.

Il titolo deriva probabilmente dalla relazione tra lo scheletro (che riproduce una specie antropomorfa con becco da uccello) e il cosmo, che si attua attraverso l’asta dorata, segno di raccordo tra il tempo terreno e quello soprannaturale. Sono tutti temi cari a de Dominicis: la riflessione sulla morte e sulla vita, la connessione tra il cielo e la terra, l’immortalità.

L’opera misura oltre 24 metri, è realizzata in materiale espanso, gesso e resine, mentre l’asta è in alluminio dorato a foglia d’oro. È composta da circa 50 parti: la testa, le mani, i piedi, due parti compongono la spina dorsale, 24 costole, 10 pezzi tra braccia e gambe.

La Calamita, solitamente esposta nella chiesa sconsacrata della SS. Trinità in Annunziata, grazie ad un accordo con la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e il CIAC (Centro Italiano Arte Contemporanea), è entrata a far parte della collezione temporanea di Ytalia: lo scorso maggio è stata spostata dalla sua sede e portata in un laboratorio di Calenzano (Fi), nel luogo in cui fu creata, per essere sottoposta ad un importante intervento di restauro. Un’operazione che ha richiesto molti giorni di intervento: in totale, dal disallestimento a Foligno fino all’allestimento completo al Forte di Belvedere, è stato richiesto quasi un mese di lavoro!