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Un artista, una stilista, una chiesa nascosta: Mimmo Paladino e Alberta Ferretti per Ytalia

Due grandi maestri dell’arte e della moda al lavoro insieme sui temi del bello e del sacro. Le “vesti sacre” disegnate da Paladino per tutta la mostra sono esposte al Museo Marino Marini, un museo in cui si incontrano storia, fede e modernità.

Il Museo Marino Marini è un luogo magico: si trova a pochi passi da Piazza Santa Maria Novella ed è nato dal recupero degli ambienti della ex-chiesa di San Pancrazio. Nel corso del secolo scorso ha ospitato un tribunale, una lotteria cittadina, una fabbrica di sigari: a partire dalla metà degli anni ’80 dopo un’ultima importante trasformazione ha accolto le opere dello scultore pistoiese Marino Marini. Un luogo costruito su più livelli, con stanze, cripte e anditi tutti da scoprire, dove si incontrano storia e modernità. Un luogo perfetto per la mostra Ytalia!

Ed è qua, a proposito di incontri, che ha preso vita una bella storia “ytaliana”: la grande stilista Alberta Ferretti, da sempre attenta ai temi dell’arte e del recupero degli spazi storici (sapevate che nel 1994 ha lavorato per riportare in vita un antico borgo romagnolo, Montegridolfo?), ha infatti collaborato con l’artista Mimmo Paladino alla realizzazione dei paramenti sacri dedicati alla storica Cappella Rucellai di Firenze, recentemente riaperta alle celebrazioni liturgiche.

Cosa c’entra la liturgia col Museo Marino Marini?

Abbiamo già detto che un tempo era una chiesa, ma la realtà è che in parte le cose stanno ancora così: entrando all’interno del Museo, oltre la biglietteria, sulla sinistra, si accede a uno spazio sacro che non molti conoscono. È la Cappella Rucellai, da poco riaperta per le funzioni religiose, ultima parte ancora consacrata della ex-chiesa di San Pancrazio. Qua in occasione di Ytalia sono ospitate alcune opere di Mimmo Paladino.

All’interno della Cappella si trova il Tempietto del Santo Sepolcro,  un monumento funebre  in cui è sepolto Giovanni di Paolo Rucellai, opera di Leon Battista Alberti – dove si possono osservare degli “uccellini”, opera senza titolo dell’artista di Paduli. Il tempietto non è la prima opera realizzata per i Rucellai dall’Alberti, che aveva costruito anche il palazzo di famiglia. Però fu sicuramente una delle ultime opere dell’Alberti in zona: si tratta di una reinterpretazione, in scala, del Santo Sepolcro di Gerusalemme. All’esterno nella copertura di marmo bianco e verde sono visibili delle decorazioni geometriche e degli stemmi araldici; all’interno, durante la mostra Ytalia, osservando oltre il cancello è possibile vedere i piccoli volatili in bronzo e alluminio realizzati da Paladino.

 

Ma quella nel Tempietto non è l’unica opera del grande esponente della Transavanguardia ad essere in mostra all’interno della cappella: entrando, infatti, si possono ammirare delle vesti per la celebrazione della liturgia, oltre alla tovaglia d’altare. Sono proprio queste le opere realizzate appositamente da Paladino e Alberta Ferretti in occasione della mostra Ytalia: nel progetto del curatore Sergio Risaliti l’idea era quella di celebrare la nuova vitalità di questo spazio, da poco riaperto alle funzioni sacre, suggerendo a Paladino di realizzare un’opera pensata appositamente per le celebrazioni. Da qui è nato l’incontro tra “sacro e profano”: niente di blasfemo in realtà, dal momento che da secoli e secoli i grandi artisti realizzano opere destinate alle chiese o addirittura alle celebrazioni religiose!

I paramenti di Mimmo Paladino e Alberta Ferretti sono stati utilizzati dal sacerdote durante la Messa del 31 maggio, giorno di presentazione di Ytalia e da allora sono esposti come opera “site-specific” all’interno della cappella.

Visita il Museo Marino Marini